All’inizio sembra la storia d’amore più bella ed intensa di sempre. Come quelle con cui siamo cresciuti guardando film romantici, dove il partner è semplicemente perfetto.
Ma poi, iniziano la manipolazione, le bugie, l’angoscia e ci si sente malati d’amore.
Iniziamo questo viaggio esplorativo all’interno del mondo della manipolazione narcisistica cercando di rispondere alla domanda: chi è Narciso?
Non solo un mostro
Molti nella propria vita hanno conosciuto un Narciso, il quale spesso viene descritto freddo e spietato, avente l’unico obiettivo di annientare, distruggere e manipolare le persone con cui entra in relazione.
Un mostro dal quale proteggersi, senza che vi sia un contesto, una storia, una dimensione personologica dietro questa visione.
Il Narciso, invece, innanzitutto è una persona.
Sembra banale o impopolare questa frase, ma è importante, a mio avviso, partire dalla consapevolezza che Narciso non è altro che una persona affetta da un disturbo di personalità, il cui sintomo principale è un deficit nella capacità di provare empatia verso gli altri.
Alcuni comportamenti che mette in atto il Narciso sono spaventosi, è vero, e bisogna riconoscerli per proteggersi, ma non dimentichiamo che è, comunque, un essere umano che vive un disagio personale e relazionale.
Se perdiamo di vista la dimensione umana finiamo con il renderci ciechi da un occhio pensando che la vista residuale ci rimandi l’immagine del Narciso così per com’è.
Identikit del Narciso
Non si può fare un identikit del Narciso per eccellenza, un profilo psicologico che corrisponda perfettamente a tutti i casi, perché ogni persona è unica ed è il risultato di una storia personale e familiare.
Ogni Narciso ha un passato e delle risorse individuali e sociali che possono aiutarlo (o meno) nella gestione delle relazioni e del proprio funzionamento.
Inoltre, vi sono varie tipologie di narcisismo patologico, diversi tratti preponderanti, gradi di severità differenti.
Ma c’è un elemento che accomuna tutti i Narcisi: dietro ad un’idea e un’immagine di Sé fortemente idealizzata, vi è un vuoto profondo che rende tutto fittizio, irreale, finto.
Appaiono sicure di sé, forti e arroganti a volte, ma dietro la maschera nascondono un malessere fatto di paure. La paura dell’altro, o meglio, la paura del legame con l’altro, della dipendenza, della vicinanza.
La paura dell’abbandono, della delusione, della sofferenza.
La paura dell’intimità affettiva profonda che gestiscono con la lontananza e con la lotta.
Nelle relazioni non creano nessun coinvolgimento profondo per paura di rimanere imbrigliati nei sentimenti, per paura di dover dipende dall’altro, cosa non tollerabile.
Hanno molto bisogno degli altri come ossigeno del vivere e
contemporaneamente non li considerano importanti nel loro universo
U. Telfener
Cercano sempre un altro accanto (ma non troppo) senza riuscire davvero a stare con quella persona né ad andarsene definitivamente. Restando nell’immenso limbo del né con te né senza di te. Non sanno stare in relazione.
E la capacità di attenzione e comprensione emotiva degli altri è uno strumento per soddisfare i bisogni del Sé: bisogno di stima, di considerazione, di ammirazione.
Queste persone hanno una ingigantita percezione di sé – il cosiddetto Sé Grandioso – che li porta a sentirsi molto importanti.
Idealizzano se stesse e sono molto concentrate su tutto ciò che le riguarda, mettendo pochissima, se non del tutto nulla, attenzione e coinvolgimento emotivo verso le persone che orbitano attorno al loro mondo relazionale, se non solo nella fase della conquista.
In altre parole, credono di essere speciali come nessun altro, non tollerano le critiche, le loro energie sono sbilanciate verso l’interno lasciando all’esterno solo poche briciole.
Il Narciso nella relazione di coppia
Non dobbiamo pensare che la relazione con un Narciso sia intrisa solo di spazzatura relazionale. Non ci sono solo lattine vuote d’affetto e avanzi di tenerezza.
Non c’è solo il cattivo odore delle bugie e degli insulti.
Se no nessun partner rimarrebbe a loro fianco.
Nella relazione con Narciso si vivono emozioni forti, dall’intenso appagamento relazionale fatto di desiderio e vicinanza al conflitto acceso.
Il Narciso vive dentro una tempesta emozionale, in cui alterna bruschi cambiamenti: dalla dolcezza all’aggressività, dalla presenza morbosa alla rottura relazionale. Un vero e proprio circuito relazionale aggressivo in cui si susseguono ricorsivamente l’allontanamento e il riavvicinamento al partner.
“L’unione con un narcisista patologico è governata da un paradosso:
è possibile quando è impossibile.
Perché ci sia il legame questo dev’essere distrutto o spezzato di continuo dal distacco, dal tradimento e dall’annullamento del partner”.
Il Narciso realizza dei veri e propri attacchi al legame attraverso tutta una serie di comportamenti, tra cui quelli più ricorsivi sono la provocazione e la svalorizzazione dell’altro per garantirsi un sufficiente grado di autostima.
Il partner è un serbatoio di gratificazioni che può essere mantenuto in un incastro ricorsivo senza fine.
Appena sopraggiunge un bisogno il Narciso ricarica il proprio Ego attraverso la vicinanza, mai intimamente affettiva, dell’altro.
Il partner, quindi, non ha valore in quanto persona, amata e amabile, ma viene considerata come oggetto che, insieme ad altri oggetti, nutre il Narciso quando è “scarico”.
“Narciso è come una lavagna cancellabile:
ci si può scrivere sopra qualunque cosa,
ma nulla rimane davvero impresso”.
Egli necessita di specchi capaci di confermarlo. A tal fine cerca l’amore dell’altro con una funzione di rifornimento narcisistico.
Impiega ogni strategia seduttiva per poter essere visto positivamente dal partner, tentando di assumere le sembianze del “sogno d’amore”.
E riesce quasi sempre nell’impresa. Il partner è intensamente legato/a al Narciso, sviluppando una dipendenza affettiva che ingabbia.
Anche perché il Narciso in tutta la fase iniziale di “conquista” è semplicemente perfetto.
Il Narciso all’inizio della relazione
Il Narciso all’inizio della relazione mostra tutte le migliori qualità: è intelligente, affascinante, brillante, intenso, capace di fare sentire il partner interessante e desiderato.
Nei primi mesi è attento, iperpresente, completamente votato all’altro. Coinvolgente e capace di rispondere ai bisogni del partner.
Il suo forte carisma conquista tutti. In una cena è lui il protagonista indiscusso che calamita tutte le attenzioni su di sé.
“il piacere di piacere sembra quasi una droga,
un’emozione più che necessaria”.
All’inizio tra il Narciso e il partner si crea una relazione simbiotica.
Il Narciso dopo la conquista
Dalla luna di miele dei primi periodi si passa all’attuazione di comportamenti di attacco al legame. A causa di una profondissima paura di diventare a propria volta dipendente, il Narciso attiva il conflitto utile a ristabilire una “distanza di sicurezza” in quanto ha molta paura di poter dipendere dall’altro, così comincia ad essere violento, squalificante, distruttivo.
Questi soggetti diventano:
- Ipercontrollanti
- Possessivi
- Inveiscono contro tutte le persone con cui la partner ha un legame per reciderlo e farle terra bruciata attorno
- Per nulla empatici
- Egoisti
- Violenti
Questi movimenti permettono al Narciso di avere un intenso controllo sul partner, che è indice di potere. Tutto ciò infonde profonda gratificazione.
Secondo Umberta Telfener, il narcisista riproduce nei suoi non-legami di coppia i seguenti comportamenti: dopo una prima fase in cui come abbiamo visto si mostra perfetto e fa sentire il partner ammirato e desiderato, egli modifica radicalmente il suo atteggiamento disprezzando tutto ciò che l’altro fa, facendolo sentire inutile, incapace, inadeguato e questo per aumentare la dipendenza da sé.
È frequente che dopo questo periodo di gaslighting, il Narciso decida di recidere la relazione sparendo nel nulla. Ciò traumatizza la vittima ancora di più e dilagano in lei profondi sentimenti di colpevolezza.
Tuttavia i narcisisti non spariscono mai del tutto, controllano quello che fa la vittima e, puntualmente, ritornano.
Per approfondire
Galante R., Perché non lo lascio? Storie e psicoterapie di donne legate a uomini maltrattanti, Torino: Antigone Editore, 2011
Telfener U., Ho sposato un narciso. Manuale di sopravvivenza per donne innamorate. Roma: Castelvecchi Editore, 2014
Secci E. M., I narcisi perversi e le unioni impossibili. Sopravvivere alla dipendenza affettiva e ritrovare se stessi, Youcanprint Editore, 2014
Brunelli P., Trauma da narcisismo nelle relazioni di coppia. Ipotesi per una nuova diagnosi. Edizione a cura dell’Associazione culturale Albedo per l’immaginazione attiva, Milano 2011
Saccà F., La vita scorre, vai oltre. Come uscire da una relazione tossica e rinascere emotivamente, Youcanprint, 2016
Borgioni, M., Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota, Roma, Alpes, 2015