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Le 5 metafore sulla resilienza

Individuo

Soprattutto in questo periodo storico si invoca la resilienza come virtù necessaria per resistere a situazioni che risultano essere traumatiche. La forza, la determinazione e la capacità di trasmutazione del problema in risorsa, del negativo in dono, dello stress in opportunità sono gli ingredienti principali di chi riesce a modulare se stesso adattandosi ai cambiamenti che la vita dispone. 

Cos’è una metafora?

Il termine metafora deriva dal greco meta-phorein e significa «portare da un posto all’altro». 

Già all’interno del significato etimologico ritroviamo il senso profondo di questa figura retorica, strumento-ponte che consente di esprimere qualcosa attraverso delle sostituzioni isomorfiche. 

La metafora ci consente di comprendere gli aspetti di una esperienza nuova nei termini di un’altra già fatta, ci sollecita a vedere qualcosa come se fosse qualcos’altro, consente la comunicazione di realtà complesse, come la realtà personale dei sentimenti e delle emozioni, delle percezioni e del proprio modello del mondo. 

La metafora risulta, dunque, da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo aver mentalmente associato due realtà differenti sulla base di un particolare, sentito come identico, si sostituisce la denominazione dell’una con quella dell’altra. 

Si distinguono diverse forme che può assumere la metafora: 

  • Racconti lunghi come le fiabe o i racconti metaforici 
  • Racconti brevi o aneddoti metaforici
  • Frasi brevi o similitudini 
  • Oggetti metaforici
  • Immagini metaforiche

Ognuna di queste vesti ha una sua forza ed utilizzo. Ad esempio, all’interno di un percorso psicoterapeutico possono entrare nel campo di lavoro metafore espresse dal paziente oppure il terapeuta può costruire una metafora ad hoc per quel particolare paziente che sta vivendo una particolare situazione. 

All’interno del processo di psicoterapia alcuni contenuti arcaici ed inconsci possono essere difficili da esprimere attraverso l’esclusivo uso della parola, e potranno essere disvelati solo se il terapeuta, insieme al paziente o alla famiglia, troverà all’interno del sistema terapeutico le chiavi di accesso ad una quota viva di realtà, celata alla cognizione ed avvicinabile solo scendendo le scale dell’emotività, attraverso l’uso di linguaggi e strumenti non convenzionali. 

La metafora è uno di questi strumenti simbolici che si rifanno al “come se”, che affrancano da razionali vincoli e facilitano l’accesso all’emotività e alla mitologia familiare. Essi assumono funzione evocativa, in quanto il linguaggio simbolico facilita lo svelamento di contenuti particolarmente complessi che risiedono nelle corde emozionali. 

Resilienza: virtù dei forti?

Il termine “resilienza” è stato coniato inizialmente dalla fisica per indicare l’attitudine di un corpo a resistere a sollecitazioni esterne brusche o durature di tipo meccanico senza rotture (Devoto, Oli, Vocabolario della lingua italiana, 1971).  

Varie discipline, tra cui la psicologia, hanno adottato questo termine per indicare “la capacità di riuscire, di vivere e svilupparsi positivamente, in maniera socialmente accettabile, nonostante lo stress o un evento traumatico che generalmente comportano il grave rischio di un esito negativo” (Cyrulnik, 2000, p.4 ).

Quindi, la resilienza può essere definita come la capacità o il processo di far fronte, resistere, integrare, costruire e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante l’aver vissuto situazioni difficili (Malaguti 2005, p. 16). È la capacità di continuare a progettarsi e proiettarsi nell’avvenire nonostante la presenza di eventi destabilizzanti, di condizioni di vita difficili di traumi a volte anche molto duri.

Le metafore sulla resilienza

Alcuni autori hanno ideato delle metafore che raccontano in maniera poetica e profonda il significato psicologico della resilienza. 

1. La metafora dell’albero di Levine

L’albero ferito da giovane, cresce intorno alla ferita. Ma, pian piano, l’albero assume dimensioni sempre più imponenti e al suo confronto la ferita risulta progressivamente più piccola.

I nodi e i rami, anche se in alcuni punti assumono una forma deformata sono testimonianza degli ostacoli che sono stati superati e la forma finale assunta dall’albero ne determina l’unicità e la bellezza. 

 2. La metafora dell’ostrica di Tisseron

Quando un corpo estraneo, come un granello di sabbia, si insidia nella cavità dell’ostrica, E viene piano piano ricoperto da strati di madreperla allo scopo di difendere i tessuti dell’animale dall’irritazione.

L’ostrica reagisce alle impurità producendo una perla, allo stesso modo la persona resiliente può trasformare un evento negativo in qualcosa che abbia un valore per sé. 

3. La metafora del Fiore di loto 

Il fiore di loto affonda le sue radici in un terreno melmoso di lagune e laghi. Di notte i petali si chiudono e il fiore si immerge sott’acqua, ma l’alba si innalza di nuovo sull’acqua sporca senza resti di impurità grazie alla disposizione a spirale dei suoi petali.

È proprio il terreno paludoso, con le sue criticità, che fornisce il nutrimento al fiore e gli permette di crescere splendido e puro. 

4. La metafora delle tre bambole di Anthony

Le tre bambole sono composte da materiali differenti: vetro, plastica e acciaio.se ricevono un colpo di martello di pari intensità gli effetti del colpo saranno diversi:

  • la bambola di vetro si frantumerà in tanti pezzi,
  • la bambola di plastica riporterà una cicatrice permanente,
  • la bambola in acciaio non subirà alcun danno.

5. La metafora della bambola spezzata di Manciaux

L’autore ha ripreso la metafora delle tre bambole riformulando la in maniera diversa. Essa offre una visione comprensiva dei diversi fattori considerati dal costrutto della resilienza. se lasciamo cadere una bambola essa si romperà più o meno facilmente a seconda di: 

  • natura del suolo (rappresenta l’ambiente, la presenza o meno di reti di sostegno)
  • materiale della bambola (rappresenta la resistenza dell’individuo ai traumi)
  • forza con cui è stata gettata (rappresenta l’intensità del trauma e la durata dell’evento).

Riflessioni conclusive

La resilienza mette in ordine le perle dell’esperienza di gioia e di dolore con un filo di correlazioni di significati che rende plausibili le interpretazioni positive e ristruttura le esperienze negative. La resilienza è anche determinazione, perseveranza e pazienza. 

È antidoto a qualsiasi tentazione di rassegnato abbandono al destino, alla tragicità o alla fatalità della superiorità degli eventi sulla persona. 

È la capacità di accettare le ferite nella lotta per la realizzazione del diventare se stessi che richiede discernimento e saggezza per non essere confusa con slancio cieco, e responsabilità e incoscienza (Short, Casula p. 17).

“Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati” 

Hemingway

Per approfondire

Giusti E., Assunta C., (2013), Metafore nelle relazioni d’aiuto e nei settori formativi, Sovera edizioni 

Anthony E., J., (1982) un nouveau domaine scienti que à explorer, in Anthony, Chiland, Koupernik (a cura di), L’enfant vulnerable, Paris, Presses Universitaires de France, pp. 21-35

Manciaux M., Vanistendael S., Lecomte J., Cyrulnik B., (2005), La resilience: etat de lieux, in La resilience: resister et se construire, Cahiers Medico-Sociaux, 5, 13-20.

Caillè, P., Rey, Y., (2005), Gli oggetti fluttuanti. Metodi di interviste sistematiche, Armando Editore, Roma

Short D., Casula C., (2004), Speranza e resilienza. Cinque strategie psicoterapeutiche di Milton H. Erickson, Franco Angeli

Cyrulnik B., (2000), Il dolore meraviglioso. Diventare adulti sereni superando i traumi dell’infanzia, Frassinelli editore

Malaguti E., Cyrulnik B., (2005), Costruire la resilienza. La riorganizzazione positiva della vita e la creazione di legami significativi, Centro Studi Erickson

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