Che stress! Ognuno di noi, ogni giorno, vive qualche situazione che lo mette sotto pressione.
C’è sempre qualcosa o qualcuno che crea tensione.
Lo stress è quotidiano, simbolo del nostro tempo, e nel pensiero comune è associato a qualcosa di assolutamente negativo.
Ma lo stress è davvero solo negativo?
Meno male che c’è l’Eustress
Lo stress è davvero solo negativo? NO. Una quota di stress è addirittura positiva ed adattiva.
In realtà lo stress è tanto negativo quanto meno la persona possiede le risorse per fronteggiarlo. Vedremo perché tra qualche paragrafo. Ma intanto chiariamo cos’è lo stress, perché oggi giorno usiamo questo termine per tutto, per ogni sensazione, ogni situazione che crea una tensione, anche minima.
Lo stress è una condizione aspecifica che permette all’organismo di adattarsi a qualunque sollecitazione gli venga imposta e si definisce stressor un qualunque fattore, stimolo, accadimento che richieda un’attivazione dell’organismo in favore di un adattamento.
Selye, medico ungherese e padre degli studi sullo stress (1907-1982), afferma che “lo stress è il sale della vita”, riferendosi a quello stress positivo, definito Eustress, che è quella energia necessaria per raggiungere con più facilità ed interesse gli obiettivi, quell’eccitazione psico-fisica che tiene la persona in una condizione di positiva attivazione. L’eustress può essere, dunque, considerato come una reazione in gran parte fisiologica ed adattiva, in cui l’attivazione emozionale si instaura e si esaurisce in breve tempo, con ritorno alla situazione di equilibrio iniziale.
La novità che Selye ha apportato nel campo degli studi sullo stress è l’aver individuato il carattere di aspecificità della risposta. Ciò ha destato particolare interesse fra gli studiosi poiché egli si è discostato da un’impostazione tradizionale in cui si privilegiava la natura dello stimolo, tale per cui, una specifica causa genera un determinato effetto. Egli marcava, invece, l’importanza del carattere di novità dello stimolo per l’individuo, in ragione del quale anche eventi positivi possono attivare una risposta stressogena. L’organismo, dunque, allertato dal cambiamento di situazione anche nei confronti di eventi piacevoli e di emozioni positive, attiverà le risorse necessarie aumentando i livelli di attenzione, concentrazione e percezione per gestire l’evento.
Lo stress è una risposta dell’organismo di fronte a tutte le situazioni incerte, ovvero quelle situazioni che esso non riesce a padroneggiare né psichicamente, né fisicamente (Cifiello, 2004).
Quando lo stress diventa nocivo?
Quando da elemento di stimolo ed adattamento alle trasformazioni della vita lo stress diventa cronico, producendo effetti dannosi sulla salute psicofisica. Quando lo stress è prolungato e la percezione di tensione è troppo elevata si tratta di stress cronico, definito Distress (dal latino dis, suffisso dal valore peggiorativo).
Nello stato di stress cronico è in qualche modo alterato il filtro funzionale della percezione, per cui il soggetto reagisce in maniera inadeguata di fronte agli eventi anche di lieve entità vissuti come se fossero dannosi alla sua sopravvivenza o si sente minacciato (stimoli fantasma) anche quando lo stimolo è assente.
Lo stress cronico può essere intermittente cioè avere un andamento ciclico e regolare, dalla durata limitata, quindi è prevedibile oppure può essere una condizione che investe un tempo molto lungo generando un logorio psicofisico ed un ostacolo al perseguimento degli obiettivi individuali della persona.
Il distress produce delle conseguenze negative sia sul piano corporeo che psicologico.
CONSEGUENZE CORPOREE | CONSEGUENZE PSICOLOGICHE |
Tensioni muscolo-scheletriche | Paura |
Insonnia | Ansia ed irrequietezza |
Palpitazioni | Pensieri rimuginativi |
Astenia | Preoccupazione |
Alterazioni alimentari | Scarsa capacità di concentrazione |
Cefalea | Senso di frustrazione |
Stanchezza | Rabbia |
Difficoltà digestive | Senso di impotenza |
Le conseguenze negative si riscontrano sia quando vi è una eccessiva attivazione, sia quando vi è una scarsa attivazione.
Lennart Levi (1972) affermò che il rapporto tra stimoli ambientali e stress è descrivibile con una curva a U nella quale i gradi massimi di stress di trovano agli estremi del continuum. In sostanza, l’individuo raggiunge lo stato di distress tanto in situazioni di insufficienti stimolazioni (ad esempio inattività, carenza affettiva, isolamento sociale), quanto in situazioni di eccessive stimolazioni (ad esempio ipernutrizione, sovraffollamento, iperprotezione, attività frenetica) che si protraggono per un periodo molto lungo che mette in discussione le capacità dell’organismo di affrontare tali situazioni.
Il grado medio di stimolazione varia da persona a persona, quindi, anche la percezione dello stress.
Lo stress è uguale per tutti?
“Non è lo stress ad ucciderci, ma le nostre reazioni allo stress” (Hans Selye).
In questo senso possiamo affermare che lo stress è soggettivo, nel senso che di fronte ad uno stesso stimolo stressante ogni persona lo percepisce e reagisce in modo diverso. Uno stesso evento determinerà percezioni di stress differenti nelle persone.
La condizione di distress, dunque, dipende dal numero di stressor, dalla loro intensità e frequenza, ma soprattutto da come la persona li valuta e li vive, da quale impatto emotivo hanno, quali e quanti adattamenti richiedono. Quindi, è più corretto parlare di fattori potenzialmente stressogeni, i quali possono essere di tipo:
– biologico e fisico. Come ad esempio la pandemia da Covid-19 che stiamo affrontando, i disastri ambientali, traumi di natura organica, ecc.
– psicologico. Passaggi evolutivi, come matrimonio, nascita del figlio, separazione, lutti, ecc.
– sociale. Importanti cambiamenti dello status economico o della propria condizione lavorativa, ecc.
L’idea che lo stress non sia uguale per tutti è utile nel valutare o rivalutare il proprio approccio ai problemi.
A volte pensiamo che le situazioni negative siano immutabili e che noi non abbiamo nessun potere nel fronteggiarle.
Invece, uno degli elementi principali è proprio l’atteggiamento di fronte agli stressor.
Il modo in cui affrontiamo gli eventi è parte del loro superamento.