Stando all’interno di una relazione tossica può succedere che ci si senta confusi circa se stessi, perchè chi si era prima non corrisponde a chi si è adesso.
Obiettivo di questo articolo è quello di aiutare chi vive una relazione tossica con un partner Narciso a rispondere alla domanda: chi sono io dopo aver amato un Narciso?
Chi sono io dopo aver amato un Narciso?
“Non mi riconosco più, io non ero così, non lo sono mai stata”.
“Mi ha svuotato, si è preso tutto il buono di me”.
“Ormai sono fragile, non più forte come prima”.
“Sono incapace, a volte penso che abbia ragione quando mi dice che non so fare niente”.
Se siete state o siete all’interno di una relazione di coppia disfunzionale probabilmente qualcuno (se non tutti) questi pensieri vi hanno almeno una volta attraversato la mente.
Le sensazioni più comuni che mi sono state raccontate da chi vive una storia d’amore (amore?) con un soggetto affetto da disturbo narcisistico di personalità sono proprio la perdita dell’idea di Sé, come se i confini della propria identità si andassero sempre più sfumando, come se quello che si credeva circa se stessi fosse messo in discussione, se non del tutto capovolto.
Si viaggia a vista non solo dentro la relazione ma anche dentro se stessi.
Si ha la sensazione di non sapere più quali siano i propri valori, le proprie competenze, i propri bisogni, le proprie capacità, i propri confini.
Perché succede questo?
Perché il Narciso proietta le parti negative di sé sul compagno/a, addossando all’altro ogni responsabilità per i propri atti aggressivi, per la propria rabbia, per i propri fallimenti.
Tutto ciò che non va è esterno da sé, e le colpe vengono gettate sul partner, che diventa il capro espiatorio delle turbolenze emotive del Narciso.
Dal punto di vista del Narciso il Sé è perfetto, mentre il compagno/a è una persona indegna di affetto, malata, del tutto sbagliata.
E se questi continui attacchi alla propria identità vengono ripetuti più e più volte (e soprattutto se la persona è cresciuta in un ambiente familiare e sociale squalificante) finisce con il credere fermamente di essere davvero incapace e, quindi, estremamente bisognoso dell’altro.
“La combinazione di vergogna, senso di colpa, paura e attaccamento traumatico
indebolisce a poco a poco anche una personalità inizialmente stabile,
facendola diventare insicura e piena di dubbi”
[Galante, p. 30].
La persona si sente fragile e comincia a pensare che senza un Altro al proprio fianco la vita è terrifica. La solitudine non è tollerabile.
Così mette in atto comportamenti compiacenti e sacrificali verso il Narciso con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura.
Non solo vittime
Vivere accanto ad un Narciso è svilente, a volte distruttivo.
Ma non dovete pensarvi “vittime” di questa persona che vi sta rovinando la vita.
La relazione di coppia viene costruita in due e, quindi, voi state partecipando a mantenere lo status quo. E (guardando il rovescio della medaglia) avete nelle vostre mani il potere di cambiare ciò che mi fa soffrire.
Pensate che senza il Narciso non possiate sopravvivere un solo giorno, l’idea di troncare la relazione è insopportabile. E anche quando ci riuscite tutti i pensieri sono rivolti a lui e a lui soltanto, come un’ossessione continua.
Ma non è così. Non è il Narciso l’oggetto della vostra sofferenza più profonda, ma tale relazione ha riattivato delle dinamiche e delle emozioni che sono dentro di voi e hanno a che fare con voi e la vostra storia personale.
Perché rimango aggrappata al Narciso?
Perché non lo lascio?
Questo sono domande molto complesse, a cui non è possibile risponde in questa sede perché le risposte vanno cercate all’interno del proprio mondo interiore e relazionale, vanno cercate nel passato ed individuate le connessioni con i comportamenti odierni.
La relazione con il Narciso ha un significato che va individuato con l’aiuto di uno psicologo.
Ma è amore?
Forse leggendo il paragrafo precedente mi avete risposto: ma io non lo lascio perché amo Narciso.
Ma è amore?
In realtà non amate Narciso, ma il suo Falso Sé idealizzato.
E “il dolore del distacco non è dato dalla perdita della persona in sé e per sé, ma dalla sparizione dell’idealizzazione che ne era fatta” [Saccà, p. 22].
Alla radice di questa relazione non c’è amore ma la necessità di colmare antichi vuoti e la paura: paura di restare da soli, di non essere degni d’amore e di considerazione, paura di essere ignorati, abbandonati, annichiliti.
Offrite presenza e tolleranza con la speranza che il Narciso possa proteggervi dalle vostre paure.
Invece, le paure vicino al Narciso si ingigantiscono [Norwood, 2013].
Cosa fare per sopravvivere a Narciso?
Il primo passo, come spesso accade in molte circostanze di sofferenza, è prendere piena consapevolezza della situazione insana in cui siete inseriti. E questa piena consapevolezza si raggiunge passando per:
- un esame di realtà che vi permette di vedere in maniera nitida voi stessi, il partner e la relazione di coppia;
- l’ammissione della propria difficoltà di applicare un controllo efficace alle dinamiche relazionali;
- iniziare a concentrarsi su di sé piuttosto che su tutto ciò che è esterno da sé;
- accettare di aver bisogno di aiuto.
Sganciarsi da una relazione sentimentale disfunzionale come quella con un partner con disturbo narcisistico di personalità è molto complesso. È come una droga dalla quale bisogna realizzare una graduale disintossicazione, che genera malessere e sofferenza tanto quanto la relazione, almeno per i primi periodi.
Proprio per questo è difficile resistere e, a volte, da soli non si riesce. Questo non significa che non siete capaci, questo non deve minare la vostra autostima, perché tirarsi fuori da questa melma relazionale è davvero complesso…ma possibile!
Vi lascio tre domande da cui partire:
Cos’è importante per te?
Cosa ti fa sentire bene?
Cosa è nutriente per la tua vita?
Per approfondire
Galante R., Perché non lo lascio? Storie e psicoterapie di donne legate a uomini maltrattanti, Torino: Antigone Editore, 2011
Saccà F., La vita scorre, vai oltre. Come uscire da una relazione tossica e rinascere emotivamente, Youcanprint, 2016
Norwood R., Donne che amano troppo, Milano: Feltrinelli Editore, 2013